Operazione "Silvestre": stanata banda di spacciatori in Val d'Elsa VIDEO

I ricchi proventi dello spaccio andavano a finire regolarmente persi nelle sale giochi.

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Operazione “Silvestre”: i Carabinieri di Poggibonsi eseguono 14 misure restrittive della libertà personale nei confronti di altrettanti spacciatori di sostanze stupefacenti.

Operazione Silvestre: in campo oltre 100 Carabinieri

Tutto era nato a gennaio di quest’anno, quando una persona ben informata, quel confidente che spesso rappresenta il punto di partenza di tante indagini, aveva fornito un’ottima dritta. In un casolare abbandonato dalle parti di Poggibonsi, un gruppo di spacciatori albanesi e italiani nascondeva della roba, tanta roba. Piuttosto che starci molto a pensare per progettare grandi piani strategici, i carabinieri della Compagnia di Poggibonsi battevano il ferro ancora caldo e, in maniera discreta, di primo mattino quando in genere gli spacciatori dormono, non esattamente il sonno del giusto, andavano ad ispezionare l’enorme casale con i cani antidroga del Nucleo Cinofili dell’Arma di Firenze.

Cinque telecamere in punti strategici

La battuta era fortunata: in due diverse postazioni ben nascoste i militari rinvenivano un chilo e mezzo di stupefacente, fra hascisc e marijuana. Sarebbe stato molto facile a questo punto accontentarsi, compiere un sequestro a carico d’ignoti e chiuderla lì con poco sforzo. Ma l’occasione di sviluppare qualcosa di molto più interessante era troppo ghiotta. I carabinieri del NORM di Poggibonsi si facevano autorizzare dal PM Siro De Flammineis per un sequestro ritardato e andavano in breve a piazzare 5 telecamere in alcuni punti dai quali poter osservare l’area. I soggetti che andavano alla spicciolata a prelevare dosi da spacciare nell’area della Val d’Elsa potevano così essere di volta in volta ripresi ed identificati. Si potevano intraprendere a questo punto indagini di carattere tecnico, con tutti i possibili contributi che la tecnologia elettronica può fornire.

I fornitori erano di Castelfiorentino

Si risaliva al fatto che i fornitori fossero in genere di Castelfiorentino, con eccezione di alcuni casi che conducevano a Grosseto e Fermo. Il sodalizio appariva essere del tutto disunito, con alleanze temporanee continuamente avvicendate da altre. Italiani ed albanesi si accomunavano anche per il fatto di essere tutti ludopatici. I ricchi proventi dello spaccio andavano a finire regolarmente persi nelle sale giochi. Ogni serata alle macchinette costava una media di 2-3000 euro di perdite agli spacciatori improvvidi. APPROFONDIMENTO SUL NUMERO DI VAL D’ELSA SETTE IN EDICOLA VENERDì 11 OTTOBRE.

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