Fanno i bulli su facebook e la Coop li rimette in riga

Alcuni utenti hanno commentato sulla pagina «Sei di Greve se..» i prezzi della cooperativa. Ma il presidente Baldi li ammonisce.

Fanno i bulli su facebook e la Coop li rimette in riga
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Fanno i bulli su facebook e la Coop li rimette in riga. Alcuni utenti hanno commentato sulla pagina «Sei di Greve se..» i prezzi della cooperativa. Ma il presidente Baldi li ammonisce.

L’articolo uscito su CHIANTISETTE alcune settimane fa.

Fanno i bulli su facebook

«I prezzi della Coop sono troppo cari». E apriti cielo. Una valanga di commenti, osservazioni e suggerimenti. Siamo nella piazza virtuale di Facebook dove tutti sono tuttologi e dove tutti diventano laureati. Quei commenti lasciati nel gruppo “Sei di Greve se” non sono passati inosservati. O, perlomeno, non al presidente della Coop Fabio Baldi che si è segnato tutti i nomi di chi, a suo parere, aveva leso l’immagine della cooperativa.

Dai social al mondo reale

Sono state 37 le lettere arrivate a casa degli utenti Facebook grevigiani che si erano appassionati all’argomento. Una delle missive che portava la firma, appunto del presidente, invitava a partecipare all’assemblea dei soci. Come a dire: se devi commentare, perlomeno vieni a dire la tua di persona e a vedere di cosa si tratta. Alcuni dei commenti, però, si sono spinti oltre. Da qui la minaccia di querele.

«La discussione su ogni aspetto della vita della cooperativa è assolutamente libera e non cercheremo certo di bloccarla se non quando trascende i limiti della correttezza – ha scritto Baldi in una delle lettere inviate agli utenti – Sappiate però che per ogni cosa che ognuno può vedere c’è una spiegazione che sarebbe bene sapere».
Poi, ancora: «vi invitiamo ad agire sui social con prudenza e a partecipare alle attività della nostra cooperativa, venendo nei due negozi, partecipando alle assemblee, confrontandosi con tutti i nostri consiglieri in modo da aiutarci a migliorare la nostra attività e magari sostituirsi a noi nel prossimo futuro». Insomma, partecipare alla vita della cooperativa e esporre lì le eventuali perplessità o migliorie da fare. Ma c’è una parte della lettera che, invece, è stata più precisa ed è entrata nel merito dei commenti. Tutti passati sotto la lente di ingrandimento di Baldi.
«Nei vari dialoghi e commenti rimasti visibili per molto tempo e sicuramente visionati da molti utenti del social più diffuso al mondo, sono riportate affermazioni di singoli che sicuramente non corrispondono al vero. Oppure affermazioni che pur potendo avere un fondamento, non avendo contraddittorio, non possono essere considerate valide. Per alcune di queste affermazioni che contengono giudizi di merito e valutazioni anche offensive stiamo valutando le azioni legali da intraprendere. Non abbiamo risposto via social alle polemiche innescate perché riteniamo non utili tali dialoghi (…). Molti di voi conoscono benissimo il presidente e sanno bene che non si sottrae al confronto anche più aspro. I nostri consiglieri come i nostri dipendenti sono molto conosciuti e presenti in paese e sono disposizione per ogni informazione e discussione».

Libertà di espressione e poi querele

Tra gli utenti, però, c’è chi reclama il diritto di espressione. «Se non si può più nemmeno commentare liberamente perché poi arrivano le querele è assurdo», ha azzardato qualcuno. Ma è sempre Baldi a chiarire la sua posizione. «Non bisogna scherzare con la cooperativa. Noi abbiamo scritto per tutelare l’immagine della cooperativa perché alcune affermazioni erano gravi. Alla fine non faremo nulla, anche se potremmo, ma ci interessa di più che le persone che hanno commentato partecipassero. Non abbiamo detto di non scrivere. Chi scrive può anche essere frainteso e una materia difficile come quella del commercio messa su Facebook non è facile da gestire». Intanto, tre dei contestatori hanno dato la loro disponibilità a fare parte della sezione soci di Greve.

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