Estorsione e ricatto sexy sul web

I due si erano conosciuti su un sito di incontri hot.

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Estorsione e ricatto. Alle prime luci dell’alba di oggi, carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Siena, supportati dall’Arma dei luoghi del rintraccio, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare che dispone gli arresti domiciliari nei confronti di una ragazza italiana di 21 anni e del suo 24enne fidanzato, anch’agli italiano.

Estorsione e ricatto: si finge minorenne

L’uomo è stato catturato a Firenze, mentre la ragazza è stata rintracciata al porto di Ancona mentre scendeva da un traghetto proveniente da Valona. La misura è stata emessa dall’Ufficio GIP del Tribunale di Siena (Giudice Ilaria Cornetti) su richiesta della locale Procura della Repubblica (PM Siro De Flammineis), per il delitto continuato di estorsione, posto in essere in concorso dai due giovani. Il tutto ha avuto inizio nel novembre del 2018, allorquando un uomo residente nel Chianti senese, poco più che trentenne, andava a cercare avventure sessuali su un noto sito online che consente approcci di vario genere. Dopo aver conosciuto una giovane avvenente ragazza e aver intrapreso con questa una relazione inizialmente solo telefonica, otteneva infine un rapporto sessuale consenziente che si rivelava dover essere l’origine di tutta una serie di dolorose vicende. Il fidanzato della giovane, con il supporto della stessa, spacciandosi per il fratello, intraprendeva una sistematica opera di intimidazione nei confronti del malcapitato, definendolo altresì pedofilo (la ragazza veniva falsamente dichiarata minorenne), minacciandolo di rovinose azioni legali, nonché di morte, se solo il padre della ragazza avesse potuto rintracciarlo.

Insulti e minacce

L’estorsore sosteneva con la vittima che a seguito di quel rapporto sessuale, sua sorella era ora seguita da uno psicologo, successivamente che era stata ricoverata presso una struttura per malattie psichiatriche, che la famiglia si era rivolta ad un avvocato che aveva verificato come l’autore dell’inopinato abuso sessuale rischiasse dai 2 ai 7 anni di reclusione, oltre che la condanna a un ingente risarcimento dei danni. Insulti e minacce si susseguivano con tutta una serie di telefonate e comunicazioni whattsapp che inducevano la parte lesa a versare a più riprese ai suoi estortori oltre 15.000 (quindicimila) euro. I Carabinieri del Nucleo Investigativo, sostenuti e coordinati dalla locale Procura della Repubblica, intraprendevano una serie di attività tecniche, che mettevano in luce un’azione minatoria continuata ai danni del denunciante. È verosimile e anzi probabile che possano esservi altri uomini che siano rimasti invischiati nella rete tesa dalla giovane e dal suo uomo e si sta lavorando per ricostruire tale aspetto.

Minacce quotidiane

Il contenuto e la frequenza dei messaggi dimostrano inequivocabilmente che quella messa in atto nei confronti della parte lesa da ottobre 2018 a febbraio 2019 è stata una vera e propria estorsione, con minacce quotidiane (di presentazione di denuncia per “prostituzione minorile”, di rivelazione dei fatti ai familiari, al datore di lavoro e a tutto il paese, di morte o comunque di aggressione fisica da parte del padre della pretesa vittima della violenza sessuale). Il denunciante era stato costretto a versare a più riprese su un conto riconducibile alla ragazza la cifra di denaro estorta. Lei e il suo uomo hanno agito con assoluta spregiudicatezza, oltre che con innegabile disinteresse verso le conseguenze delle proprie azioni, in particolare l’intensità del pregiudizio non solo e non tanto patrimoniale, quanto personale, esistenziale, patito dalla vittima.

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